Dimmi che scarpa indossi e ti dirò chi sei

Le scarpe, insieme all’abito da sposa, al bouquet, alla location, alle bomboniere, alle partecipazioni di nozze, e perché no anche allo sposo, sono tra gli elementi principali del grande giorno. È da come si decide di vestire il proprio piede che dipenderà la riuscita di quella giornata e del futuro matrimonio. Non sono ammessi errori. Sono poche le donne che osano scegliendo un abito corto e dando ampia visibilità ai tacchi. Le meno spavalde le nascondono sotto strati e strati di stoffa lunghissimi.

Pieni di pailletes e strass (quest’anno va di moda la scarpa gioiello #sapevatelo) di luccichini e di pizzi! Tacchi a spillo, décolleté, sandali, colorate, a stivaletto, ballerine (#moooooltosexy), col plateau, peep toe (la scarpa come il calzino bucato sul pollicione), ma anche converse, anfibi e stivali. Alcune spose, quelle più romantiche, applicano un cuore. Da ricordare: la scarpa non si deve intonare solo con l’abito da sposa, ma deve fare pendant anche con il bouquet, con la location e con la pochette del taschino dello sposo, mica pizza e fichi!

Poco importa che la sposa le debba indossare per tredici ore. Non bisogna dimenticare che se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire! Secoli e secoli di sapienza popolare.

E così, armata della saggezza nazionalmartinese della mamma e dalla santa pazienza del papino, entro in tutti i negozi di scarpe di Roma e dei Castelli. Evvai! Sogni che si realizzano: shopppping+scarpe+paga papà. Che vuoi di più?

Purtroppo, non essendo una sposa audace o vittima della moda, ho sempre avuto un’idea molto pratica della scarpa: deve essere comoda, basta che sia dello stesso colore dell’abito e che ci possa ballare tutta la notte! Insomma, modello ciavatta!

Ma per un matrimonio perfetto, la scarpa deve essere splendida e non propriamente la più  comoda da indossare, tanto dopo la cerimonia è un’ottima idea prevedere un secondo paio di scarpe. Bene, è ciò che io voglio indossare dall’inizio della cerimonia!

MA… QUESTA SCARPA NON ESISTE. A meno che non la compri da Melluso.

Se ti vuoi sposare, devi soffrire. E’ la prima morale che ho imparato.